sabato 22 maggio 2010
22 maggio, villaggio verso Sary Tas
Ci si sveglia presto come si usa da queste parti, la signora ci prepara la colazione con the pane e alcuni biscotti, poi scarichiamo la moto dal camioncino, smontiamo il regolatore e la batteria, la prova con il tester conferma che il problema è proprio il regolatore cimito mentre l'acqua della batteria per questo motivo si prosciugata, probabilmente il fango e l'acqua hanno fatto il danno.
Sono quasi le dieci e Renato decide inseme al meccanico di tornare a Osh per cercare un'altra batteria nuova. Io resto faccio un po' di conoscenza con il resto della famiglia, sopratutto con il figlio minore di tredici anni Adlet che mi invita a fare un giro a cavallo nei dintorni. Lui parte con la bici ed io in groppa, poi molla la bici e sale dietro di me saliamo una collinetta, la giornata è soleggiata e si presenta piacevole, in cima si gode del paesaggio tra le montagne imbiancate. A pranzo con la moglie e il figlio degustiamo un piatto di pomodori e cetrioli sconditi, pane, qualche fetta di insaccati ed il solito the. Nel frattempo il tempo peggiora ed Adlet mi invita ad andare a pesca, acchiappa una sgangherata canna e ci avviamo al fiume, camminando noto che non ha niente come esca e gli chiedo cosa pensa di mettere all'amo, mi fa capire di aspettare. Arrivati al fiume raccoglie un sasso dall'acqua fruga dentro dei buchetti e tira fuori un paio di larve e le infilza nell'amo. Stiamo un paio di ore tra freddo e pioggia e non si prende niente, delusi e fradici torniamo a casa. Siamo intorno ai 2600mt di altitudine e la casa viene riscaldata con un stufetta/cucina che viene accesa solo per fare da mangiare e per me che non sono abituato fa un freddo becco, mentre loro non sembrano patire. Si dorme sul pavimento con una sorta trapunta sotto e una sopra, il bagno fuori attaccato alla stalla delle capre è un buco puzzolente nella terra, nell'aria si sente odore di ammoniaca misto a escrementi, lavarsi è quasi impossibile ed anche noi incominciamo a odorare di capra. Alle otto di sera ritorna la spedizione esausta, tra andare e ritornare si sono fatti 300km di sterrato, ma con la batteria nuova. Mangiamo un piatto di risotto, qualche parola gesticolando per fare passare il tempo e ci ritiriamo nella nostra fredda stanza.
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